(ANSA) - BOLOGNA, 11 NOV - Le microplastiche nelle acque del
Po sono un "problema da risolvere", ma oggi "la quantità
presente", che come numero oscilla tra 2,06 e 8,22 per metro
cubo, "non è a livello di criticità" e lo "stato" del grande
fiume "non è allarmante". Sul totale degli elementi raccolti dai
ricercatori in quattro punti (Isola Serafini a Piacenza, Boretto
nel Reggiano, Pontelagoscuro in provincia di Ferrara e Po di
Goro nel territorio di Rovigo), il 64% proviene da scarichi di
depuratori, pesca, rifiuti di origine civile, sanitaria e
agricola, il 25% da materiali di imballaggio industriale, l'11%
da sorgenti civili. E' quanto rivela 'Manta River Project', il
primo progetto di sperimentazione per individuare le
microplastiche nel Po.
Un'indagine pianificata dall'Autorità distrettuale del fiume
Po, dal Ministero dell'Ambiente in collaborazione con
l'Università La Sapienza di Roma, Arpae Daphne della Regione
Emilia-Romagna l'Agenzia Interregionale per il fiume Po (Aipo).
"Nel Po c'è meno microlpastica che nei fiumi europei - spiega
Meuccio Berselli, segretario generale dell'Autorità distrettuale
del Po - nel Tamigi in Gran Bretagna, su metro cubo, il valore
oscilla tra 14,2 e 24,8, nella Senna in Francia tra il 9,6 e
63,9. Dal punto di vista scientifico, possiamo dire che la
depurazione e la raccolta differenziata, ben organizzata, stanno
dando un contributo per tutelare le acque".
"Contrastare la presenza di microplastiche nei bacini
idrografici - ha aggiunto il sottosegretario all'ambiente
Roberto Morassut - è essenziale per definire le strategie per
l'abbattimento di questi materiali inquinanti nei mari, nel
Mediterraneo questa è una emergenza. Alle misure legislative del
decreto Salvamare faremo seguire azioni operative per
raggiungere l'obiettivo". (ANSA).
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