Terremoto: via libera 700 mln rilancio economico e sociale
Legnini, piano della speranza per ripartenza Centro Italia

(ANSA) - ANCONA, 30 DIC - Dopo le misure per la
digitalizzazione, l'efficienza energetica, la riqualificazione
degli immobili pubblici e le infrastrutture per oltre un
miliardo di euro, è arrivato oggi il via libera della Cabina di
coordinamento integrata al secondo pacchetto di interventi, da
700 milioni di euro, per il Rilancio economico e sociale delle
aree sisma 2009 e 2016. "Con le decisioni odierne e le relative
ordinanze diamo avvio all'attuazione di tutte le misure del
Fondo complementare al Pnrr destinate ad accompagnare la
ricostruzione post sisma e favorire lo sviluppo del Centro
Italia, nel pieno rispetto del cronoprogramma e dei criteri
stabili dalla legge per l'uso di queste risorse", ha detto il
commissario straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini.
Aggiungendo: "E' il piano della speranza per la ripartenza del
Centro Italia e per la prima volta dopo un sisma si coniugano la
ricostruzione materiale e lo sviluppo economico dei territori
colpiti".
Il pacchetto "Rilancio" del Fondo viene destinato in gran parte
al sistema delle imprese, per favorire l'innovazione, lo
sviluppo e la crescita dell'occupazione, interventi per favorire
l'inclusione sociale, anche attraverso il terzo settore, il
turismo, la cultura, ma anche l'economia circolare, partendo dal
ciclo delle macerie e dalla filiera del legno. Ma vede, come
fiore all'occhiello, la creazione di quattro centri di ricerca
universitari specializzati nella sicurezza sismica,
l'agroalimentare, l'economia circolare e la salute, la
valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale con il
coinvolgimento di tutti gli atenei e i principali centri di
ricerca del territorio. "È la prima rete integrata per
l'innovazione e la ricerca tra le Università di un territorio
così vasta che viene realizzata in Italia", ha detto il rettore
dell'Università di Perugia, Maurizio Oliviero, che ha illustrato
il progetto. La rete di ricerca viene finanziata con 60 milioni
del Fondo Pnrr e altri 60 milioni - stanziati dalla legge di
bilancio 2021 - con un bando del ministero della Coesione, e
coinvolge La Sapienza, l'Università della Tuscia, la Politecnica
delle Marche, l'Università statale e l'Università per stranieri
di Perugia, le Università di Camerino, Macerata, L'Aquila,
Teramo, la D'Annunzio di Chieti e Pescara, ma anche l'Istituto
nazionale di geofisica e vulcanologia, l'Istituto nazionale di
fisica nucleare, il Gran Sasso science institute, il Parco
tecnologico dell'Alto Lazio. Ci saranno quattro "hub" che
faranno capo alle Università di Camerino (sicurezza sismica),
Perugia (cultura e ambiente), Teramo (agroalimentare) e Rieti
(economia circolare), alle quali fanno capo i progetti di
ricerca, e altri centri "spoke" realizzati dagli altri atenei ed
istituti della rete "realizzando - ha aggiunto Oliviero - una
piena contaminazione delle conoscenze, ed una reale sinergia tra
gli atenei a favore della ricerca". (ANSA).
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