(dell'inviata Alessandra Magliaro)
(ANSA) - VENEZIA, 05 SET - Con il tacco, rasoterra: un
centinaio di scarpe usate sono state verniciate di rosso e
lasciate intorno alla Sala Giardino alla Mostra del cinema di
Venezia. Sono le red shoes, le scarpe simbolo in tutto il mondo
dei femminicidi. L'installazione è della stessa Elina Chaivet,
l'artista messicana che l'ha ideata, venuta al Lido per
accompagnare il film Zapatos Rojos di Carlos Eichelmann Kaiser
(Orizzonti Extra), una co-produzione Messico-Italia, distribuito
in Italia da 102 Distribution.
"Difficile dire da dove sia arrivata l'ispirazione per questo
progetto, ma di certo il pensiero immediato - ha detto all'ANSA
Chaivet - è venuto dall'omicidio di mia sorella. Per me è stato
un processo di guarigione, io passo dalla pittura
all'installazione nel 2009 perché vivendo allora a Ciudad Juárez
notavo quanto stesse crescendo il numero di femminicidi e questo
mi ha fatto venire in mente l'idea dell'installazione, per
alzare la mia voce contro la violenza sulle donne".
Quelle scarpe rosse esposte nelle strade, piazze, scuole,
palazzi istituzionali, in risposta all'ondata di femminicidi in
Messico ha dato vita al movimento, ripreso poi nel 2020 quando
un gruppo di attiviste ha dipinto 300 paia di scarpe rosse e
indetto uno sciopero di 24 ore, in cui le donne si sono
assentate dai luoghi di lavoro e dalla vita pubblica,
utilizzando l'hashtag #UnDiaSinNosotras. Un attivismo che fa
parte della rete transfemminista mondiale Non una di meno. "La
relazione tra arte e attivismo è molto stretta, Red Shoes è
diventato un movimento socio-politico, non solo una protesta, il
mio è un pezzo di arte che è politico e sociale allo stesso
tempo", ha proseguito l'artista 63enne. (ANSA).
Elina Chaivet, con le mie scarpe rosse lotta ai femminicidi
Messicana di Zapatos Rojos fa installazione simbolo a Venezia 79
