(ANSA) - RAPALLO, 24 GIU - "Siamo pronti a dare fiducia a chi
è disposto a risolvere i problemi. Ovvero a fare politica. Nel
senso nobile e autentico del termine. E non altro. Perché, lo
ripetiamo, siamo stufi tanto dei populismi quanto delle
burocrazie", dice il leader degli industriali under40 dal
tradizionale convegno di giugno dei Govani Imprenditori a
Rapallo, dove sono in agenda gli interventi di leader di
partito: Giorgia Meloni e Antonio Tajani oggi; domani Enrico
Letta, Matteo Salvini, Matteo Renzi, Giuseppe Conte.
"A noi manca la politica vera, quella che, attraverso il dialogo
parlamentare, individui degli obiettivi condivisi e li realizzi
con l'azione di governo", sottolinea ancora il leader degli
industriali under40: "Ci manca la politica che parli dello
sviluppo come necessità etica ed esistenziale e non lo valuti
esclusivamente con i punti percentuali del Pil". Ai leader
politici i Giovani di Confindustria ricordano "le sfide che
abbiamo di fronte", chiedono di "confrontarsi su quanto detto,
lo scorso anno, su questo stesso palco" e guardano
all'appuntamento di Rapallo: "Quando torneremo qui, ci saranno
state le elezioni politiche. E sarà ancora più interessante
ricordare quello che ci siamo detti". Di Stefano avverte:
"Attenzione, però: il mio non è un pacato invito a soppesare le
parole. No. Semmai è una palese richiesta di mantenere le
promesse".
"Vogliamo affermare, ancora una volta, l'importanza della
partecipazione al voto", sottolinea ancora il presidente dei
Giovani di Confindustria che chiedono "a coloro che si
propongono di guidare il nostro Paese e che saranno con noi in
questi due giorni, di farlo pensando a quel compito come ad una
missione in cui coinvolgere i cittadini e far recuperare loro
entusiasmo e coscienza civile. E non come ad un piano di
comunicazione. Sperando, al tempo stesso, che chi ha intenzione
di varare una legge elettorale, se la immagini duratura per i
prossimi trent'anni, e non esaurita nello spazio esiguo di una
legislatura, se non meno. Ascoltando, infine, chi sarà in grado
di introdurre soluzioni per garantire una vera governabilità". E
"l'unico modello in Italia che si è dimostrato stabile è quello
dell'elezione dei sindaci. Al momento, non ne vediamo altri".
"Vorremmo anche vedere, nei programmi delle forze politiche e
nelle azioni che portano avanti al Governo o in Parlamento un
vero riformismo competitivo", sottolinea ancora Di Stefano.
"Significa credere nelle riforme non per costrizione ma per
convinzione. E vuol dire smettere di ragionare solo su
interventi tampone, concentrandosi, per davvero, su quei
processi di cambiamento in grado di rendere il Paese più
moderno, più competitivo e più giusto". (ANSA).